Poetry Camera: tu scatti, lei non fa una foto, ma compone una poesia con l’IA
Quando si parla di intelligenza artificiale applicata alle immagini si pensa sempre alle foto finte (ma molto verosimili) oppure alla modifica di immagini esistenti con un certo stile (‘Studio Ghibli’ vi ricorda qualcosa?). Ci sono però interessanti sperimentazioni che provano a pensare applicazioni particolari dell’IA nel mondo dell’imaging. Qualche tempo fa aveva fatto scalpore la fotocamera IA priva di ottica e sensore, che con bussola e GPS creava dal nulla immagini verosimili del luogo in cui ci si trovava, sfruttando le immagini satellitari delle mappe, quelle di Street View ed eventuali altre immagini geolocalizzate presenti in rete.
Ora arriva un oggetto che va nella direzione opposta: si chiama Poetry Camera ed è una fotocamera che non scatta immagini. Al posto della foto, restituisce una poesia stampata su carta termica, generata dall’intelligenza artificiale. Il progetto, nato come esperimento artigianale, è ora disponibile in una prima edizione limitata in vendita negli Stati Uniti.
Una fotocamera che trasforma le immagini in versi
Il cuore della Poetry Camera è un Raspberry Pi Zero 2 W abbinato a una piccola fotocamera e una stampante termica integrata. Al momento dello scatto, il sistema invia l’immagine a un modello linguistico avanzato (Claude 3 o simili), che interpreta la scena e restituisce una poesia originale. Il tutto avviene senza salvare alcun dato o immagine: la macchina non è pensata per archiviare ricordi, ma per offrire un’esperienza effimera e analogica, ispirata all’istante.
Le poesie vengono stampate direttamente sul momento e possono variare per stile: haiku, versi liberi, limerick, allitterazioni. La selezione è automatica ma può essere modificata in fase di configurazione. Il sistema è completamente offline per l’utente: niente schermi, nessuna app o connessione obbligatoria.
Dall’open source all’oggetto da collezione
Il dispositivo nasce come progetto open-source per maker e artisti digitali, ideato da Kelin Carolyn Zhang e Ryan Mather. Dopo l’interesse raccolto tra stampa specializzata e community tech, il duo ha avviato una produzione artigianale limitata: la “Limited Edition”, costruita a mano nel loro studio a New York, è ora in preordine al prezzo di 699 dollari, con spedizioni previste da settembre 2025 (solo per il mercato statunitense).
Dietro l’estetica minimale e vintage si cela un’idea precisa: spingere a osservare ciò che ci circonda con maggiore attenzione, rinunciando alla cattura visiva per concentrarsi su un’interpretazione poetica. La macchina diventa così un mezzo per raccontare, non per documentare, lasciando spazio alla soggettività dell’AI e alla sorpresa del testo generato.
Poetry Camera non è un prodotto di massa, né intende diventarlo: l’obiettivo dichiarato è rimanere indipendenti, sostenibili e connessi a una community creativa, con aggiornamenti e miglioramenti che arriveranno anche grazie al contributo degli utenti. Il progetto rimane consultabile online anche nella sua versione DIY, con codice sorgente e istruzioni disponibili su GitHub. LEGGI TUTTO