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    Red Bull Illume Image Quest 2023: a vincere è la fotografia di Krystle Wright

    Come abbiamo avuto modo di scrivere per il CEWE Photo Award 2023, la fine dell’anno è un momento nel quale i concorsi fotografici si concludono con la nomina dei vincitori e delle relative immagini premiate. Anche nel caso dei Red Bull Illume Image Quest 2023 si è giunti alla conclusione con i vincitori che sono stati svelati negli scorsi giorni. Ricordiamo che questo concorso fotografico punta a unire gli sport estremi con la fotografia: un connubio che permette di creare opere che trasmettono adrenalina.

    © Krystle Wright / Red Bull Illume
    Quest’anno è stata la settima edizione del concorso e a giudicare le fotografie sottoposte al giudizio sono stati 50 editor di fotografie ed esperti di vario genere che hanno selezionato 50 finalisti con i 10 vincitori di categoria e il vincitore assoluto. Molto interessante per i fotografi che le loro opere saranno esposte in tutto il Mondo permettendo una maggiore visibilità.
    La vincitrice dei Red Bull Illume Image Quest 2023
    A vincere i Red Bull Illume Image Quest 2023 è stata la fotografa australiana Krystle Wright. Si tratta della prima donna a vincere il titolo più ambito nelle varie edizioni (la prima edizione è del 2006 e non si tiene tutti gli anni). Il soggetto ritratto nella fotografia vincitrice è la scalatrice Angela Vanwiemeersch mentre si arrampica in una profonda crepa che si trova nel Long Canyon dello Utah.

    La stessa Krystle Wright ha commentato “È incredibile! Ho da sempre voluto guadagnarmi un posto in questo Mondo e che il mio lavoro fosse riconosciuto. Il Red Bull Illume è l’unico palcoscenico che riconosce davvero ciò che facciamo. Aver vinto questo concorso è pazzesco!”.
    Sul sito ufficiale gli appassionati di fotografia possono anche sapere quale corpo macchina e ottica è stata impiegata (oltre alle impostazioni). Per esempio per lo scatto vincitore di quest’anno, la Wright ha impiegato una Leica SL2 con un’ottica zoom APO-Vario-Elmarit-SL 90-280 f/2.8-4.
    La stessa fotografa ha dichiarato che mentre si trovava in Australia e stava guidando verso una falesia che si trova vicino a casa sua le è venuta l’idea (una vera e propria illuminazione) di illuminare una fessura all’interno della roccia dove un atleta poteva praticare l’arrampicata tradizionale. Le spaccature nella roccia sono un aspetto tipico del Traditional climbing e contattando Angela Van Wiemeersch (con la quale aveva già collaborato) hanno scelto la parete Seventh Serpent. Lo scatto è stato difficoltoso per via del clima caldo e della possibilità di scattare solo in poche ore al pomeriggio riuscendo però a catturare un’immagine molto evocativa.

    © Gabriel Marwein / Red Bull Illume
    Come spiegato dalla direzione, questa non è la prima volta che la fotografa partecipa al concorso fotografico. Infatti aveva già sottoposto immagini per le edizioni del 2013 e del 2019 ed era anche entrata nella Top 25 (oltre che come finalista di categoria). La fotografa, oltre a posizionarsi prima assoluta, ha anche vinto una delle 10 categorie, Innovazione by MPB.
    Insieme a Krystle Wright sono stati anche nominati gli altri vincitori di categoria per i Red Bull Illume Image Quest 2023 (elencati nella lista che segue).

    Emergenti con Canon – Gonzolo Robert Parraguez (CHL)
    Energia – Ted Grambeau (AUS)
    Lifestyle by COOPH – Ross Taylor (GBR)
    Capolavoro by Sölden – Lorenz Holder (GER)
    Playground by Radiant Photo – Jb Liautard (FRA)
    Creative – Delphin Montessuit (FRA)
    RAW – Léo Grosgurin (FRA)
    Foto di Instagram – Yhabril (ESP)
    Reels di Instagram – Gabriel Marwein (IND)

    Durante la cerimonia di premiazione che si è svolta sempre negli scorsi giorni, sono state anche esposte le cinque migliori immagini di ogni categoria per una mostra all’aperto che rimarrà visibile a a Sölden fino al 21 dicembre. Tra le foto esposte, ma che purtroppo non ha vinto, c’è anche quella dell’italiano Filippo Frizzera. LEGGI TUTTO

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    CEWE Photo Award 2023: la fotografia vincitrice del concorso di quest’anno

    Come abbiamo scritto più volte in passato, con l’approssimarsi della fine dell’anno si concludono anche diversi concorsi fotografici. Tra questi troviamo il CEWE Photo Award 2023 (la quinta edizione) che ha selezionato e premiato le fotografie inviate durante il periodo di apertura delle candidature negli scorsi mesi.

    Il concorso è dedicato sia a fotografi professionisti che dilettanti provenienti da tutto il Mondo e può contare sul patrocinio della Federazione Italiana Associazioni Fotografiche (FIAF). Per chi non riconoscesse questo nome, CEWE è una delle aziende che si occupa di stampare le fotografie in diversi formati e su diversi supporti. La società è stata fondata nel 2005 e attualmente copre 21 mercati con un personale di 4200 dipendenti realizzando 60 milioni di stampe dalla sua nascita (con 5,8 milioni di stampe solamente nel 2022).
    Il vincitore dei CEWE Photo Award 2023
    Per diffondere ulteriormente la cultura fotografica (legata ovviamente anche all’attività stessa della società) da alcuni anni è previsto un concorso fotografico con premi. Complessivamente durante i CEWE Photo Award 2023 sono state premiate mille fotografie con premi del valore complessivo di 250 mila euro. Di queste, 70 immagini sono state realizzate da fotografi italiani.

    Le finalità del concorso CEWE Photo Award 2023 son anche benefiche. Infatti gli utenti potevano inviare fotografie gratuitamente mentre la società ha donato (per ogni foto inviata) 10 centesimi alla ONLUS SOS Children’s Villages International per il progetto della Children’s Charity EduCare in Somalia. Complessivamente sono stati raggiunti 50961 euro, un nuovo record.
    A vincere è stato però il fotografo professionista indonesiano Dikye Ariani nella categoria Persone dal titolo “Warung kopi”. L’immagine ritrae una scena durante una partita di un gioco a carte che si svolge in un caffè indonesiano. La fotografia è stata descritta come “un’immagine potente con una composizione eccezionale”.

    Per quanto riguarda la partecipazione italiana, in particolare è stata fatta menzione della fotografia realizzata da Paola Limena dal titolo “La mente vola” (nella categoria Paesaggi) che si è classificata tra le prime 30 del concorso. Inoltre erano presenti 6 immagini nella categoria Animali, 3 nella categoria Architettura & Tecnologia, 4 nella categoria Cibo & Cucina, 17 nella categoria Persone, 5 nella categoria Hobby & tempo libero, 3 nella categoria Natura, 9 nella categoria Paesaggi, 2 in quella Sport, 16 in quella Viaggi & cultura, 4 in quella delle Foto aeree e 1 in Natura. LEGGI TUTTO

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    Fujifilm crede in INSTAX e investe 30 milioni per aumentare la produzione delle pellicole

    Ci è capitato spesso di sottolineare come INSTAX rappresenti per Fujifilm un’importante unità, in grado di continuare a generare fatturato in un mondo che sembrerebbe dominato dalla fugacità delle fotografie scattate con gli smartphone. Nato ai tempi dell’analogico e prima della bolla delle compatte digitali, il sistema INSTAX di fotocamere e pellicole a stampa istantanea ha rappresentato una vera scommessa che, dopo ben 25 anni, si può dire vinta. Nel frattempo il player storico del settore, Polaroid, ha vissuto diverse vicissitudini e in parte perso il suo smalto.
    INSTAX: Fujifilm decide di aumentare la produzione entro il 2025

    E dopo più di 25 anni, Fujifilm continua a crederci e ha annunciato un investimento di 4,5 miliardi di JPY nel suo sito di Ashigara, presso la fabbrica di Kanagawa in Giappone per rafforzare gli impianti di produzione delle pellicole INSTAX. L’investimento è quantificabile in poco meno di 30 milioni di euro.
    La domanda di pellicole INSTAX è in aumento a seguito dell’espansione della linea di prodotti e anche grazie all’apertura di nuovi ambiti di utilizzo nel segmento business, con le INSTAX sempre più protagoniste di eventi e collaborazioni con aziende partner. Come vi ho recentemente raccontato, poi, le INSTAX sono uno strumento molto interessante per dare un tocco diverso a celebrazioni e riunioni di famiglia, con la possibilità di creare ricordi che restino e non che finiscano dispersi nella memoria di qualche smartphone.

    Con questo investimento Fujifilm vuole farsi trovare pronta nel rispondere all’ulteriore aumento della domanda previsto ed entro il 2025 le nuove linee di produzione dovrebbero diventare pienamente operative, con un aumento della capacità produttiva pari al 20%.
    Questo ampliamento si somma a quello già avvenuto al livello di struttura di produzione nel 2022 e porterà – nel complesso – a una capacità produttiva del 40% superiore a quella del 2021. LEGGI TUTTO

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    Chi era Elliott Erwitt e perché è stato così importante per la fotografia

    Se avete qualche amico appassionato di fotografia avrete visto in queste ore passare su post, reel e storie diverse iconiche fotografie in bianco e nero. Se siete voi gli appassionati di fotografia probabilmente voi stessi ne avete condivisa una in ricordo di Elliott Erwitt, scomparso a New York lo scorso 29 novembre 2023 all’età di 95 anni.
    Erwitt è stato uno dei giganti della fotografia del XX secolo e la sua mano sta dietro ad alcune delle foto (rigorosamente in bianco e nero) che raccontano il secolo scorso: riconoscibilissime sono quelle che ritraggono Richard Nixon, John F. Kennedy, Jackie Kennedy e Marilyn Monroe. Elliott Erwitt, al secolo Elio Romano Erwitz, è nato in Francia da una famiglia di emigrati russi nel 1928 e poi ha passato i primi anni della sua infanzia in Italia, da cui la famiglia è fuggita nel 1939 a causa del fascismo, stabilendosi negli Stati Uniti, dapprima a New York, poi a Los Angeles.

    È proprio negli Stati Uniti che ebbe inizio la sua carriera di fotografo. Nel 1953 entrò a far parte della leggendaria agenzia Magnum Photos, fondata da Robert Capa, Henri Cartier-Bresson, George Rodger, William Vandivert e David Seymour, e ne divenne presto uno dei membri più influenti e rispettati. Erwitt si distinse per il suo stile personale e inconfondibile: tutti lo ricordano per la grande sensibilità umoristica, caratteristica che gli permise di cogliere le situazioni più ironiche e surreali della vita quotidiana. Al di lò dei personaggi famosi, i suoi soggetti preferiti erano i cani, che ritraeva con affetto e simpatia, mostrando la loro personalità e il loro rapporto con gli esseri umani.

    Erwitt, come dicevamo, fu anche un testimone eccezionale della storia del suo tempo, immortalando con la sua macchina fotografica molti eventi e personaggi che hanno segnato il secolo scorso, come la Guerra Fredda, la crisi dei missili di Cuba, la marcia per i diritti civili, Marilyn Monroe, Che Guevara, John F. Kennedy, Jackie Kennedy, Nikita Kruscev, Richard Nixon e molti altri. Le sue fotografie sono state esposte nei più importanti musei e gallerie del mondo e hanno ricevuto numerosi premi e riconoscimenti. Erwitt non si limitò alla fotografia fissa, ma si dedicò anche al cinema, realizzando documentari, spot pubblicitari e film, tra cui il celebre The Misfits, con Marilyn Monroe e Clark Gable. Erwitt è stato quindi un artista poliedrico e geniale, capace di esprimere con le sue immagini una visione del mondo ironica e profonda, che ha saputo conquistare il pubblico e la critica.
    È considerato uno dei maestri della fotografia moderna e un modello di creatività e innovazione, uno di quei personaggi che chi ama la fotografia non può non conoscere. LEGGI TUTTO

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    Nikon Z f, anima vintage e cuore di ultima generazione. La recensione

    Proviamo oggi la Nikon Z f, mirrorless full-frame dal cuore avanzato ma dall’aspetto ispirato ai modelli meccanici anni ’80 – FM2 in primis. Nikon non è nuova a questo genere di operazione. Molti ricorderanno la reflex digitale D f (2013), o la più recente mirrorless formato DX Z fc. Diciamo subito, date le critiche che anche noi abbiamo mosso alla Z fc, che la Z f è costruttivamente una spanna superiore. La sorellina DX, infatti, vantava una onestissima scheda tecnica, in buona parte mutuata dalla Z 50, ma col suo peso piuma (paradossalmente dovuto in parte alla finezza costruttiva della lega di magnesio) e l’ampio utilizzo di plastiche non pregiatissime, falliva nel dare quella sensazione di “fotocamera meccanica d’altri tempi” che, in questo tipo di prodotto, è parte integrante del fascino.

    La Z f, al contrario, è ampia, massiccia e, con le sue ghiere in metallo, sa appagare il tatto oltre la vista. Conquista al primo contatto.
    Il fatto stesso che sia full frame la avvicina concettualmente alle reflex 35mm a cui stilisticamente si ispira.
    Sotto il cofano troviamo un collaudato sensore CMOS retroilluminato da 24,5 Mpixel, coadiuvato dallo stesso processore EXPEED 7 che gestisce anche l’ammiraglia Z9. Il sensore non stacked chiarisce subito che siamo di fronte a un prodotto di categoria inferiore rispetto a Z8 e Z9, ma la potenza di calcolo disponibile le consente di raggiungere comunque qualche primato, come quello per lo stabilizzatore più efficiente di casa Nikon.
    Complice la minor risoluzione, poi, la gamma ISO nativa arriva a 64.000, e la cadenza di scatto – di tutto rispetto – supera la decina di fps (11 in formato RAW, fino a 15 in formato JPEG). Ma, soprattutto, l’EXPEED 7 gestisce un sistema AF che, fatti salvi i minori punti messi a disposizione dal sensore, è gemello di quello della Z9, compresi riconoscimento dei soggetti e 3D Tracking.      
    Il prezzo del solo corpo macchina (disponibile in 6 colori, oltre al nero) è di 2499 Euro, con garanzia ufficiale Nital 4 anni e Lexar SD Professional 1066x 128 GB, ma esistono anche due kit con obiettivo Z 40mm f/2 SE (versione speciale con look vintage) a 2799 Euro, e con 24-70mm f/4 S a 3199 Euro. Questa prova si riferisce al kit con 40mm f/2 SE. Tutte le immagini di prova sono state scattate con il 40mm. LEGGI TUTTO

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    Acquisizione di Figma da parte di Adobe: Commissione europea e Regno Unito si mettono di traverso

    La Commissione europea e la Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito sono d’accordo: l’acquisizione di Figma da parte di Adobe potrebbe rappresentare un pericolo per la concorrenza nel mercato globale dei software di creazione digitali. L’intesa tra le due società risale al settembre 2022 e ha un valore di circa 20 miliardi di dollari.
    Adobe non ha certo bisogno di presentazioni, mentre Figma, fondata nel 2012, crea software di progettazione di interfacce web e app basate su cloud che consentono ai team di collaborare in tempo reale. Si tratta di uno strumento che si pone in diretta concorrenza con Adobe XD e che viene usato, tra gli altri, da designer e agenzie creative.

    La Commissione europea aveva annunciato un’indagine approfondita il 7 agosto scorso, giunta a una conclusione preliminare il 17 novembre con l’invio di una lettera di obiezioni in cui ha esposto tutti i suoi dubbi sull’operazione.
    In particolare, l’unione delle due società creerebbe un player dominante nel mercato dei tool interattivi per la progettazione, dove Figma è leader e Adobe uno dei principali competitor. La fusione potrebbe innescare la morte di Adobe XD, “nonché qualsiasi potenziale prodotto successivo e costituire quindi una cosiddetta ‘reverse killer acquisition'”. Allo stesso tempo, Adobe potrebbe ulteriormente cementare la sua posizione di dominio nel settore degli strumenti di editing vettoriali e raster, eliminando Figma dalla lista dei concorrenti.
    “Figma esercita già una significativa influenza sul tool di editing vettoriale di Adobe, Adobe Illustrator, nonché su quello di editing raster di Adobe, Photoshop. Inoltre, in assenza della transazione, è molto probabile che Figma entri in questi mercati e diventi un’efficace forza competitiva”, ha dichiarato la Commissione.
    Di stesso avviso la CMA, secondo cui se l’accordo andasse avanti, porterebbe a un danno per “designer e agenzie creative che avrebbero potuto utilizzare questi nuovi strumenti o fare affidamento su futuri aggiornamenti”. 
    Adobe ha ora la possibilità di replicare a entrambe le autorità: la Commissione europea si è data fino al 5 febbraio 2024 per prendere una decisione finale, mentre la data ultima stabilita dalla CMA è fissata per il 25 febbraio 2024. LEGGI TUTTO

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    La protostella Herbig-Haro 797 in Perseo: l’immagine del telescopio spaziale James Webb

    Nelle ultime notizie legate al telescopio spaziale James Webb abbiamo scritto di analisi relative a pianeti extrasolari o a dischi protoplanetari mentre ancora prima il soggetto delle immagini del nuovo strumento scientifico era il centro della nostra galassia. Nell’immagine rilasciata in queste ore e catturata dal JWST invece il soggetto è la protostella Herbig-Haro 797 (o HH 797).

    Click sull’immagine per ingrandire
    Non la prima volta che scriviamo di un oggetto classificato come Herbig-Haro legato a Webb. Era già successo nel caso di Herbig-Haro 211 (HH 211) e di Herbig-Haro 46/47. Questi oggetti sono sempre particolarmente belli anche esteticamente nelle immagini catturate grazie al nuovo telescopio spaziale ma ovviamente ci sono anche ricadute scientifiche che i ricercatori utilizzano per una migliore comprensione dell’Universo. Questo è quello che sappiamo nel caso di Herbig-Haro 797 (o HH 797).
    Il telescopio spaziale James Webb e Herbig-Haro 797
    Questa protostella si trova nella costellazione di Perseo a circa 1000 anni luce di distanza dalla Terra. L’immagine copre 2,42 x 2,34 arcominuti ed è stata catturata grazie a NIRCam che rileva nel vicino infrarosso. Sono stati impiegati diversi filtri che comprendono quelli per le lunghezze d’onda di 1,64 µm (per l’ossido ferroso), 1,5 µm, 2,12 µm (per l’idrogeno molecolare), 2,1 µm (per il metano), 3,23 µm (per l’idrogeno molecolare), 3,35 µm (per gli idrocarburi policiclici aromatici), 4,6 µm (per il monossido di carbonio) e 4,7 µm (per l’idrogeno molecolare).
    Il telescopio spaziale James Webb è stato impiegato per rilevare le caratteristiche di questo oggetto classificato come Herbig-Haro e che riguardano zone che circondano protostelle (quindi stelle in formazione e decisamente molto giovani). In particolare le strutture vengono modellate da venti stellari e getti di gas generati proprio dalla giovane stella che si scontrano a loro volta con polvere e gas che si trovano nelle vicinanze e che vengono colpiti ad alta velocità.

    Nel caso di Herbig-Haro 797, la stella si trova nella zona inferiore nell’immagine e si trova vicino all’ammasso stellare aperto chiamato IC 348. Nella zona superiore potrebbero invece essere presenti altre due protostelle che creano scenografiche emissioni visibili nell’infrarosso grazie al JWST.
    Le potenzialità del telescopio spaziale James Webb vengono esaltate grazie al fatto che le protostelle solitamente sono avvolte da una coltre di gas e polveri che non sono penetrabili (o lo sono difficilmente) nello spettro visibile. Invece nell’infrarosso si può avere una visione migliore. In particolare gli scienziati, grazie ai filtri impiegati, hanno potuto anche rilevare molecole come monossido di carbonio e idrogeno molecolare.
    Come in altri casi, il JWST non è stato il primo strumento a osservare Herbig-Haro 797 (o HH 797) ma sicuramente consente di avere una comprensione più chiara degli eventi in questa zona di cielo. Per capire meglio la “tridimensionalità” dell’immagine bisogna considerare che il gas e polvere che forma una struttura orizzontale vede la parte destra allontanarsi rispetto alla Terra mentre a sinistra è più vicino al nostro Pianeta (una caratteristica conosciuta grazie allo “spostamento verso il rosso” o redshift). L’analisi realizzabile grazie a Webb ha consentito di mostrare deflussi all’interno di quella che sembravano essere un’unica corrente. L’ESA ha rilasciato anche l’immagine ad alta risoluzione con una dimensione di 119 MB. LEGGI TUTTO

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    Daniele Barraco: ho sempre voluto entrare in mondi diversi, essere un outsider

    Daniele Barraco, come è avvenuto il passaggio dalla musica alla fotografia? Ho sempre fatto musica evocando mentalmente delle immagini. Ero in sala prove e cercavo di creare una sequenza visiva di una colonna sonora. Succedeva sia quando suonavo, sia quando ascoltavo musica. Avevo delle immagini statiche costruite in testa, dei frame che non si muovevano, […] LEGGI TUTTO