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Panasonic taglia 10.000 posti di lavoro: ristrutturazione globale per rilanciare il business

Panasonic ha annunciato una massiccia ristrutturazione che porterà al taglio di 10.000 posti di lavoro a livello globale, pari a circa il 4% della forza lavoro totale del gruppo giapponese. La decisione, comunicata ufficialmente dalla società, ha l’obiettivo di rilanciare la competitività e migliorare l’efficienza operativa su scala mondiale.

10.000 licenziamenti tra Giappone e estero entro marzo 2026

Il piano di riduzione del personale sarà attuato entro la fine dell’anno fiscale, che si chiuderà a marzo 2026, e coinvolgerà in modo equo sia il Giappone che l’estero: 5.000 tagli interesseranno il mercato domestico, mentre altri 5.000 riguarderanno le sedi internazionali. L’operazione comporterà costi straordinari stimati in circa 130 miliardi di yen (circa 900 milioni di dollari), necessari per coprire le spese di ristrutturazione e gli incentivi all’esodo.

Alla base di questa decisione ci sono diversi fattori. Panasonic ha citato in particolare il rallentamento della crescita nel settore dei veicoli elettrici (EV), dove il gruppo è attivo come fornitore di batterie per Tesla, e il peggioramento dei margini nella divisione climatizzazione, un segmento che negli ultimi anni ha visto aumentare la pressione competitiva, soprattutto da parte dei produttori cinesi.

Anche il comparto dell’elettronica di consumo, da sempre core business dell’azienda, sta attraversando una fase difficile. Panasonic ha già avviato una revisione profonda delle proprie attività in questo settore, arrivando a ipotizzare l’uscita da mercati storici come quello dei televisori, qualora le performance dovessero continuare a deludere le aspettative.

Panasonic: una ristrutturazione importante, ma necessaria

La ristrutturazione non si limita ai tagli del personale, infatti Panasonic intende anche procedere a una revisione radicale dell’efficienza operativa delle varie società del gruppo, con particolare attenzione alle aree commerciali e ai reparti indiretti. L’obiettivo dichiarato è quello di snellire la struttura organizzativa, eliminare duplicazioni e ridurre i costi fissi, così da poter affrontare con maggiore agilità le sfide di un mercato in rapida evoluzione.

Contestualmente, il gruppo giapponese punta a rilanciare la propria redditività. Il target fissato è un utile operativo rettificato di almeno 600 miliardi di yen (circa 4 miliardi di dollari) entro l’anno fiscale che si chiuderà a marzo 2027. Un traguardo ambizioso, che però non tiene conto di eventuali impatti derivanti da politiche protezionistiche come i dazi imposti dagli Stati Uniti.


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