Streghe da marciapiede, dalla grande famiglia di Un posto a sole nasce la commedia in scena al Teatro Vittoria: nel cast Luisa Amatucci, Miriam Candurro, Antonella Prisco e Gina Amarante e Peppe Romano, per la regia di Stefano Amatucci
Streghe da marciapiede nasce all’interno della grande “famiglia” di Un Posto al sole. Le attrici Luisa Amatucci, Miriam Candurro, Antonella Prisco e Gina Amarante, volti amati dal pubblico per i loro ruoli da protagoniste nella celebre serie di Rai3, si uniscono a Peppe Romano (anche lui in Un posto al sole) e, sotto la guida di Stefano Amatucci, storico regista della serie, intraprendono con entusiasmo e complicità questa nuova avventura teatrale.
Con la stessa passione e dedizione che da anni li lega sul set, le attrici portano in scena talento, professionalità e il desiderio di offrire al pubblico uno spettacolo coinvolgente, divertente ma non “leggero”. Un’esperienza che le permette di svelare un lato inedito della loro arte, mostrando una profondità espressiva diversa da quella a cui gli spettatori sono abituati.
Streghe da marciapiede vide il suo debutto nel 1992 al Festival di Benevento con Lucia Ragni, Gea Martire, Cetty Sommella e Imma Marolda per la regia dello stesso Francesco Silvestri e mai più da allora messo in scena. Ora la pièce è in programma al Teatro Vittoria di Roma dal 15 al 19 aprile 2025.
Streghe da marciapiede – La trama
Streghe da marciapiede è una black-comedy in cui quattro donne, quattro prostitute, si trovano accusate dell’omicidio di un giovane avvenuto nella loro casa. Il giovane, dalla presenza enigmatica e misteriosa, irrompe nelle loro esistenze come un’entità estranea, sconvolgendo l’equilibrio fragile delle quattro protagoniste. Le accusate descrivono il ragazzo come proveniente da mondi lontani, una sorta di angelo oscuro della notte. Le reazioni delle quattro amiche nei confronti dell’intruso a mano a mano si differenziano.
Alba, la più matura, ritrova in lui l’oggetto di un ambiguo sentimento materno (c’è un infanticidio nel passato di lei). Gina lo umilia e lo vessa, in accordo con la propria fondamentale aggressività sviluppatasi in seno ad una famiglia prevaricatrice e disfunzionale. Tuna, la borghese e intellettuale del gruppo, s’illude, per poco, di riscattare, in un contatto anche solo affettivo con quell’individuo d’incerta identità sessuale, la propria radicata natura omosessuale.
Morena, la più esuberante, cerca la via d’un rapporto semplice e schietto attraverso il quale però rivive una violenza sessuale subita in passato. La vicenda è costruita ad “incastro” tra flash-back e confessioni. Ma è durante un interrogatorio che le quattro donne si avvolgono nella nebbia dei segreti e delle manipolazioni, adattando la verità ai propri interessi e gettando l’ispettore in un labirinto di ambiguità e mistero facendo crescere in lui, nel corso delle indagini, il sospetto sulla loro natura stregonesca che lo farà impazzire.
Le parole del regista Stefano Amatucci
“Nella messa in scena ho ritenuto interessante apportare due modifiche pur lasciando integro il testo di Silvestri. Ho eliminato fisicamente il giovane misterioso dalla scena ma ho mantenuto la sua influenza e presenza attraverso i racconti delle quattro prostitute e dell’ispettore. Quest’ultimo, a differenza del testo originale in cui era solo menzionato ed evocato, l’ho reso un personaggio reale, coinvolto fin dall’inizio dall’ombra del sospetto che le quattro imputate nascondessero una natura malefica, fino a diventare succube delle loro manipolazioni e delle dinamiche oscure che governano le menti e le vite delle quattro donne e dell’intera vicenda.
Ho voluto una scenografia essenziale, lavorando principalmente su un disegno luci che mi permettesse di creare, oltre che le atmosfere giuste, anche il continuo passaggio, imposto dalla narrazione, tra passato e presente. Ho datato l’ambientazione intorno agli anni Venti del 1900. I costumi e il loro sapore liberty conferisce ai personaggi e alla storia una maggiore dimensione favolistica che mi ricordano alcune ambientazioni dei noir di Agata Christie”.