Il Nuovo Teatro Ateneo ha presentato la stagione 2025/26 con un nuovo programma all’insegna della diversità e della connessione tra passato e presente, per la prima volta sotto la direzione di Velia Papa
La stagione del 2025/2026 del Nuovo Teatro Ateneo segna l’inizio della direzione tecnico-artistica di Velia Papa. Presentata con la rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, Antonella Polimeni, e il direttore del Centro Sapienza Crea-Nuovo Teatro Ateneo Marco Benvenuti, la nuova programmazione propone spettacoli e eventi tra mito, memoria e presente.
Il teatro si conferma come luogo di riflessione e partecipazione, con il forte coinvolgimento degli studenti. Attraverso la collaborazione dell’IILA si portano in scena voci dal sud America, per poi passare a opere da tutto il mondo incentrate su temi urgenti come giustizia, fragilità umane e il dialogo tra culture diverse.
I nuovi obiettivi
Il calendario di spettacoli propone 17 eventi e 4 opere teatrali che intrecciano storia, mito e attualità con l’intento di trasformare il teatro in uno spazio vivo e partecipato, dove lo spettatore diventa parte di un collettivo. Al centro della progetto tematiche come memoria, fragilità umana, giustizia, responsabilità e rivendicazione delle identità escluse.
«Il Nuovo Teatro Ateneo è molto più di uno spazio scenico: è memoria storica e insieme laboratorio per il futuro. Si tratta di un luogo di ricerca e didattica ma anche l’officina in cui si scrive la storia del teatro contemporaneo. Il teatro, costruito nel 1935 all’interno della nostra città universitaria, ha accolto grandi artisti, maestri e dato vita a delle stagioni che lo hanno reso un punto di riferimento per la cultura italiana e europea» ha dichiarato la rettrice Antonella Polimeni.
Il mondo a teatro e il ruolo degli studenti
La nuova stagione si apre con l’omaggio inaugurale a Bob Wilson, drammaturgo d’avanguardia statunitense recentemente scomparso, per poi intraprendere un viaggio simbolico tra le culture di tutto il mondo: Titans per la Grecia, Losing it per la Palestina, Handle with care per il Belgio, L’ombra lunga di Alois Brunner per la Siria e altre opere ancora dalla Francia, Regno Unito e Svizzera.
«La stagione, fortemente internazionale, accoglie compagnie che provengono dall’Asia, dall’Europa, dall’America Latina e dal Nord Africa. Si tratta di un mosaico di voci e linguaggi che si intrecciano con le esperienze italiane e questo restituisce uno sguardo connesso al presente. Non sono semplicemente spettacoli, sono geografie culturali che ci devono far riflettere su temi importanti, soprattutto in questo periodo storico di grande crisi. Il sapere è libertà e le università devono essere dei luoghi liberi, dei punti culturali che favoriscono la diplomazia scientifica, che sostengano i più fragili e che offrano competenze e forza alla democrazia» ha poi aggiunto la rettrice Polimeni.
Un punto centrale è anche la partecipazione attiva degli studenti, come ha spiegato Marco Benvenuti: «Il mandato che ho ricevuto due anni fa dalla rettrice non era semplice ma sicuramente era chiaro: fare del Nuovo Teatro Ateneo un teatro. Non un aula convegni, una sala concerti o un cinema ma un teatro autentico, nei contenuti e nelle forme, che oggi con fatica ma soprattutto orgoglio vi presentiamo. Nonostante ciò, si tratta pur sempre di un teatro universitario e per questo è importante sottolineare che i veri protagonisti della stagione teatrale sono gli studenti, i quali non sono ricettori passivi di un messaggio ma parte integrande del processo creativo».
La stagione sarà infatti arricchita da laboratori e incontri tra gli artisti e gli studenti che permetteranno attività di formazione collettiva, in cui verranno messe in discussioni certezze, favorendo l’incontro con l’altro, il diverso e il molteplice.
L’IILA e l’essenza del teatro
Un’importante novità del programma è la collaborazione tra il teatro e l’IILA, ovvero l’organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana. Questa iniziativa vuole dar voce a voci originali e linguaggi innovativi provenienti da Cile, Perù e Messico. L’IILA diventa promotore di un dialogo interculturale concreto capace di creare momenti di riflessione e connessione tra mondi diversi ma affini allo stesso tempo. Protagonisti di questa sezione della stagione saranno: il collettivo cileno Pierre Ménard, il duo peruviano e femminista Moyra Silva e Carolina Rieckhof e l’autore e regista messicano Anacarsis Ramos con lo spettacolo Mi madre y el dinero.
«Quando ho pensato al Nuovo Teatro Ateneo, ho sentito la necessità di ridargli il ruolo che aveva avuto in passato: una finestra aperta sulla creatività contemporanea in ambito teatrale. Questo teatro ha ospitato grandi nomi italiani, da Edoardo de Filippo a Carmelo Bene ma anche spettacoli internazionali che mi hanno formato, come la danza indiana. Questo è uno dei motivi per cui faccio questo mestiere e vorrei trasmettere alle nuove generazioni un bagaglio di conoscenze che non sono solo letterarie o visive, ma sono anche relative alla grammatica del teatro» ha raccontato la nuova direttrice tecnico-artistica Velia Papa. Il teatro torna così a essere quello che è sempre stato per millenni: un luogo di riflessione critica e un catalizzatore sociale.