Nelle scorse settimane si è scritto diffusamente della possibilità che l’amministrazione Trump possa cancellare la missione Mars Sample Return, dove il rover NASA Perseverance è coinvolto in quanto raccoglie i campioni che potenzialmente potrebbero essere portati sulla Terra grazie anche al contributo dell’ESA. Nonostante tutto il rover marziano sta continuando l’esplorazione del Pianeta Rosso e la raccolta dei campioni anche se non è ancora certo che questi potranno mai raggiungere il nostro Pianeta. Il rover sta anche proseguendo le operazioni di analisi di rocce in situ fornendo importanti dati agli scienziati.
Nelle scorse ore è stata pubblicata una nuova fotografia, catturata in realtà alle 4:27 dell’1 marzo 2025 (ora locale marziana) durante il 1433° giorno marziano della missione Mars 2020 che mostra la piccola luna marziana Deimos poco prima dell’alba. I rover come NASA Perseverance non hanno fotocamere pensate per catturare fotografie notturne o con poca luce in quanto si concentrano sull’essere affidabili e ottenere immagini utili agli scienziati o agli ingegneri quando la luce del Sole brilla.
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Per questa immagine gli scienziati hanno impiegato la fotocamera di navigazione sinistra (Navcam) del rover che sono impiegate generalmente per rilevare ostacoli e rocce e per capire se il rover si sta muovendo correttamente sulla superficie di Marte. Per aumentare la quantità di luce che poteva raggiungere il sensore si è deciso di utilizzare un tempo di esposizione massimo di 3,28″ e realizzare 16 singoli scatti che sono stati uniti per ottenere una singola immagine per poi essere inviata sulla Terra attraverso il Deep Space Network. Questo significa che per realizzare questa singola immagine il rover NASA Perseverance ha utilizzato un tempo complessivo di esposizione di 52″.
Come spiegato, il fatto che non fosse presente la luce solare e avendo dovuto quindi impiegare lunghi tempi di esposizione, è presente del rumore digitale che rende quindi l’immagine meno “pulita”. Non tutti i puntini presenti nell’immagine sono però dovuti a del “semplice” rumore. Altri puntini bianchi potrebbero essere raggi cosmici che colpiscono i pixel del sensore creando artefatti mentre altri sono effettivamente stelle del cielo, viste da Marte. In particolare i puntini più luminosi, dopo il satellite Deimos, sono Regulus e Algieba, stelle della costellazione del Leone.