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Gian Paolo Barbieri: il mio ideale di eleganza, di purezza, di composizione

Gian Paolo Barbieri, partiamo dagli anni settanta e da una sua scelta: restare a Milano. In quel momento la moda italiana era agli inizi, di fotografia di moda in Italia non si parlava, ma lei è rimasto qui. Che cosa aveva intuito?

Il prêt-à-porter italiano non era ancora nato, è nato nel 1972. Era un periodo in cui ci si trovava nell’ufficio di Armani in Corso Venezia, c’era anche Ferré e poi arrivarono Dolce & Gabbana, Versace, Krizia. In sintesi, l’argomento era questo: noi siamo italiani, abbiamo un retaggio storico che ci invidia tutto il mondo, perché non possiamo dare scacco matto alla Francia? Quindi gli stilisti cercarono di restare uniti e nel 1972 ci fu la prima presentazione del prêt-à-porter italiano.

E c’era bisogno di fotografi.

In realtà tutti questi pensieri non mi riguardavano più di tanto. Semplicemente, mi davano i lavori da fare e io non mi sono mai fatto molte domande, non mi sono mai reso conto di ess…

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