Abbas, che cosa arriva a fare la gente in nome di Dio?
Un sacco di cose stupide e violente.
Come hai iniziato ad occupartene?
È molto semplice. Mi sono interessato per la prima volta a questa relazione per via di Khomeini e da quel momento ho passato quarant’anni della mia vita ad osservare il rapporto tra Dio e la religione. Ho seguito la rivoluzione iraniana per tre anni. Lì potuto vedere come passione religiosa, prima ha mosso la rivoluzione in Iran, poi ha passato i confini e si è estesa al mondo. Io lì per osservare e la gente diceva “Abbas, sei un profeta, hai previsto la violenza, la jihad, la diffusione dell’islam”. In realtà è stato tutto molto più semplice, senza Khomeini le cose sarebbero andate diversamente.
Ricordi il tuo primo viaggio con la macchina fotografica?
Certo, lo ricordo molto bene. Nel dicembre 1968, a New Orleans. Sono andato a New York e poi ho attraversato l’America fino a New Orleans. Lì ho in…