Trent’anni di lavoro ti hanno insegnato che le cose possono cambiare all’ultimo momento, sai che la possibilità di ottenere la fotografia c’è sempre fino all’ultimo.
Mai dire mai. Ho imparato che spesso e volentieri all’ultimo minuto tutto cambia o potrebbe cambiare. Quando sono sul posto, parte quindi un calcolo delle probabilità, so che mi tuffo in una situazione in cui anche se tutto volge al peggio e sembra impossibile, non devo mai diventare pessimista. Altrimenti rischio di stare a casa. Non bisogna mai pensare se e ma prima di fare una cosa, prima devi andare. Contrariamente ad altri tipi di giornalismo, fare fotografia significa portare la tua presenza fisica in quel posto. Quindi stare in ufficio e pensare che non ci siano possibilità di realizzare il servizio, non è possibile. Bisogna alzarsi, correre, arrivare e guardare.
Contrariamente ad altri tipi di giornalismo, fare fotografia significa portare la tua presenza fisica…
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L’articolo Massimo Sestini: il mio fotogiornalismo, essere sul posto proviene da Maledetti Fotografi.