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Riccardo Venturi: ad Haiti non mancavano le braccia, mancava tutto il resto

Riccardo, in questi giorni stai seguendo il crowdfounding per il tuo progetto Haiti Aftermath. Dal numero di messaggi che arrivano sul tuo telefono, ti impegna molto.

È come una campagna elettorale. Non puoi mettere un progetto su internet e aspettare, devi seguirlo e parlarne con le persone. Ho già organizzato tra i dieci e quindici incontri in tutta Italia. È un lavoro già conosciuto, ha vinto il World Press Photo nel 2011, ma l’obiettivo è serio, diciottomila euro in novanta giorni per realizzare il libro.

Stai chiudendo altri progetti in questo momento?

È in uscita un mio libro sulle carceri minorili, un’esperienza complicata. È stato un incarico del Ministero di Giustizia, nata per caso e per fortuna. Una delle cose su cui stavo lavorando da qualche tempo, infatti, era la condizione dei minori in Italia, ragazzi e ragazze nella fascia tra i quattordici e i vent’anni. Ho così richiesto al Ministero il permesso per entrare n…

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